Vita da freelance | Intervista a Liria Valenti

Proseguono gli appuntamenti con la serie di interviste “Vita da freelance”, una rubrica del mio blog dedicata ai “dietro le quinte” del lavoro di amici liberi professionisti.

Nelle precedenti puntate ti ho presentato Francesca (traduttrice e interprete), Elisabetta (wedding planner), Fulvia (business coach), Giulia (copywriter e social media) e Lia (commercialista).

Oggi la voce dietro l’intervista è quella di Liria Valenti, psicologa e psicoterapeuta.

Sono molto felice di ospitarla in questa serie di interviste per avere l’occasione di presentare un suo bellissimo progetto, al quale mi ha chiesto di collaborare.

Ma lascio a lei il piacere di raccontartelo.

 

Ciao Liria! Ci racconti di te e del tuo lavoro? Cosa ami di più della tua professione?

Mi chiamo Liria Valenti e sono una psicologa e psicoterapeuta. Grazie al mio lavoro, aiuto le persone a sentirsi padrone della loro vita e a fare scelte consapevoli e felici: lo faccio accompagnandole in percorsi di cambiamento costruiti su misura per loro.

Nel tempo, al lavoro in studio a Roma ho affiancato i percorsi su Skype, grazie ai quali ho la possibilità di incontrare tanti italiani che hanno scelto di vivere e lavorare all’estero e anche chi, per altre difficoltà logistiche, non può raggiungermi in studio. E di recente, ho aggiunto ai miei servizi anche un corso online per migliorare la gestione dello stress e imparare a prevenirlo, per chi vuole fare un pezzo di strada in autonomia.

[Vivere (con) lo stress è il progetto al quale ho collaborato anche io con un intervento specifico nel rapporto tra stress e organizzazione]

Del mio lavoro amo tante cose, ma quello che mi piace di più è: ascoltare, (ri)costruire insieme, emozionarmi. Essere una psicoterapeuta libera professionista mi permette di fare quel che mi piace di più mentre accolgo anche me e rispetto i miei ritmi. Il risultato è ottimale, non solo per me ma soprattutto per le persone che mi chiedono aiuto, perché più io mi tengo presente (anche – banalmente ma non troppo! – scegliendo in quali orari della giornata lavorare), più potrò esserci con tutta me stessa per loro, con loro, mentre lavoreremo; e così, potrò aiutarli davvero.

 

Come si svolge una tua giornata tipo?

La mia giornata tipo è nel mio studio, con i miei pazienti.

Quando non sono impegnata nelle sedute di consulenza, mi occupo di tutto “il dietro le quinte”: la scrittura di contenuti utili a chi si fa domande e ha bisogno di informazioni sul mondo della psicologia o spunti di riflessione su come stare meglio, che condivido sul mio blog e nelle lettere che invio una volta al mese agli iscritti alla mia newsletter.

 

Lavori sempre in studio?

Condivido uno studio con altre colleghe e ho un piccolo studio in casa, che è anche lo spazio in cui mi rifugio a pensare, farmi domande, studiare, scrivere.

 

 

Che rapporto hai con l’organizzazione?

Sono una persona molto organizzata, sia sul lavoro che nella vita privata. L’organizzazione per me è una necessità (altrimenti come farei a garantire la mia presenza ai miei pazienti?!) ma preferisco che sia flessibile, mai rigida e sempre consapevole, perché questo è il modo che mi permette di andare incontro a esigenze o bisogni (miei, ma anche degli altri) che non avevo messo in conto e a gestire più efficacemente situazioni impreviste o stressanti.

Nel lavoro, ad esempio, pianificare mi aiuta non soltanto nell’organizzazione pratica delle settimane o delle giornate (appuntamenti, cose da fare) ma anche nel processo di psicoterapia, di cui la pianificazione è una parte essenziale; quando una persona inizia un percorso con me, infatti, definiamo insieme il suo obiettivo di cambiamento a partire da quel che desidera per sé, e tenendolo presente pianifichiamo i passi grazie ai quali potrà raggiungerlo. È un po’ come se disegnassimo insieme la mappa che ci condurrà alla fine del percorso, così non solo non perderemo mai di vista l’obiettivo, ma sapremo anche che la strada da percorrere sarà fattibile – in alcuni punti probabilmente faticosa, ma sempre percorribile.

 

 

Quali sono gli strumenti organizzativi di cui non potresti mai fare a meno, nemmeno su un’isola deserta?

Il mio strumento più prezioso è sicuramente lagenda: dentro c’è tutto, gli appuntamenti, le cose da fare, le scadenze e anche i momenti che scelgo di passare con famiglia, amici o da sola. Ma mi porto dietro sempre anche un quadernetto di appunti, per fissarvi dentro – in maniera rigorosamente disordinata – idee, pensieri, parole che voglio ricordare delle storie che accolgo, argomenti di cui voglio parlare, ispirazioni, pezzi di storie che voglio condividere.

 

Come riesci a mantenere l’equilibrio tra lavoro e vita privata?

Organizzandomi per tempo e rispettando i miei bisogni. Quando ho iniziato a lavorare, faticavo molto a fermarmi e concedermi spazi di riposo; crescendo, sia come persona che come professionista, poi ho capito che quando rallentavo, lavoravo molto meglio.

Oggi, cerco sempre il compromesso. Così, ad esempio, ci sono periodi dell’anno più intensi, in cui al lavoro ordinario si aggiungono progetti extra o giornate di studio e formazione professionale, e altri più lenti, in cui mi concedo di lavorare solo 4 giorni a settimana.

 

Quali sono le soddisfazioni più grandi che nascono dalla tua professione?

Mi sento molto fortunata a fare questo lavoro, che richiede tante, tante energie mentali ed emotive, continua formazione, alti livelli di attenzione e ascolto sia esterno che interno, e per questo – secondo me – anche una grande passione.

Credo che uno degli aspetti con cui alimento questa passione sia la possibilità che mi dà chi chiede il mio aiuto, di entrare nella sua storia: non soltanto quella che è stata, attraverso i racconti e le condivisioni, ma soprattutto quella che sarà, che costruiremo insieme durante il percorso di psicoterapia, viaggiando fianco a fianco, guardando nella stessa direzione. E di notare come, passo dopo passo, a un certo punto del viaggio quella persona sarà pronta a proseguire da sola e non avrà più bisogno della mia guida.

 

Chiederesti il supporto di un professional organizer? E se sì, per che cosa?

Per riorganizzare alcuni spazi del mio ufficio in casa, in particolar modo la scrivania: lo spazio è limitato ma i libri, gli appunti, le cartelline, i quaderni, invece, sono tanti, e mi ritrovo periodicamente a mettere ordine – togliendo tempo ed energie, così, ad altri momenti di lavoro o tempo libero a cui mi dedicherei più volentieri.

Se penso al lavoro freelance in generale, sono convinta che una buona organizzazione (dove per buona intendo la migliore per sé, che tenga conto, dunque, di esigenze e bisogni personali e non solo di quelle lavorative e/ familiari) sia di grande aiuto soprattutto in situazioni e periodi particolarmente densi e stressanti – condizione con cui i lavoratori freelance in particolare si confrontano continuamente. L’ho constatato anche ascoltando le esperienze condivise da alcune corsiste freelance di Vivere (con) lo stress, il mio corso sulla gestione dello stress: i consigli e gli spunti che hai offerto loro nel video-intervista che poi è diventato uno dei contenuti bonus del corso, infatti, sono stati enormemente apprezzati!

 

Grazie mille Liria! Dove possiamo contattarti e restare aggiornati sulle informazioni utili che condividi?

Il mio sito è www.psicologapsicoterapeutaroma.com

Inoltre mi potete trovare su Facebook e Instagram.

 

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Chiara
Chiara
Ciao, sono Chiara Battaglioni e lavoro a fianco delle persone che lavorano per allenare le loro capacità organizzative tramite consulenze individuali personalizzate e percorsi formativi. Contribuisco a diffondere la cultura dell’organizzazione personale sul lavoro attraverso questo blog e il podcast Work Better. Sono associata Senior Qualificata n.29 di APOI - Associazione Professional Organizers Italia e socia internazionale di AOPE, l'associazione spagnola.