Che cos’è l’effetto Zeigarnik?

La mente tende a ricordare con maggior facilità le attività che risultano ancora incomplete, non portate a termine. Tende invece a dimenticare tutti i compiti e le attività concluse.

 

Ed è proprio l’effetto Zeigarnik uno dei principali motivi per cui affidarci a un sistema organizzativo esterno come le liste e/o il calendario ti aiuta a liberare la mente e a riprendere il controllo del tuo lavoro.

Le liste sono uno strumento estremamente flessibile che può essere utilizzato per innumerevoli scopi, siano essi operativi (le classiche to-do-list) o di riflessione. La lista, per la sua semplicità ed efficacia, è uno strumento utile a mettere a fuoco quello che conta davvero per te e a guidarti nel marasma di attività e responsabilità che ti gravitano intorno.

Perché hanno questo effetto così straordinario?

Te lo spiego nel post.

 

Prima parliamo di Game of Thrones…

[Se tu che stai leggendo non hai ancora visto il finale della stagione 7, attenzione, qui c’è uno spoiler!]

Se anche tu, come me, sei in febbricitante attesa del 14 aprile e dell’inizio della stagione finale del Trono di Spade, forse è perché dal momento in cui il drago/Estraneo ha distrutto la Barriera al Forte Orientale e i morti hanno iniziato la loro marcia su Westeros, tu non pensi ad altro.

Cosa succederà? Vinceranno i vivi? Avranno la meglio i morti? Quali personaggi sopravvivranno?

Questa sensazione di vuoto e attesa è quella che ti tiene lì, a cercare spoiler ovunque, a contare i giorni fino al prossimo episodio. E questo gli autori della serie lo sanno benissimo. Da anni.

Grazie al lavoro della psicologa lituana Bluma Zeigarnik.

Il cliffhanger, l’espediente narrativo così utilizzato nella serialità televisiva, consiste nell’interruzione della puntata sul più bello. Non sai come andrà a finire e questo ti lascia in uno stato di tensione (se non vera e propria ansia) che ti porterà a consumare voracemente l’episodio successivo.

Quello che accade nel nostro cervello nei finali di stagione delle serie tv è appunto l’effetto Zeigarnik, scoperto e studiato per la prima volta dalla psicologa da cui ha il nome su un gruppo di camerieri, impegnato a portare a termine le loro comande in un ristorante affollato.

 

Bluma Zeigarnik e i camerieri

L’osservazione da cui è partito lo studio è stata questa: i camerieri ricordano bene le comande ancora da completare e i piatti ancora da servire, mentre pare che resettino dalla mente quanto già servito.

Questo meccanismo, utile alla nostra mente per proteggersi dal sovraccarico informativo è proprio l’effetto Zeigarnik.

Il cervello fa piazza pulita di cià che risulta terminato mentre tende a riproporre quanto è ancora “aperto”, non concluso, da fare.

Furbo no? Da un certo punto di vista, molto. Ma alla luce di questo devi imparare a scendere a patti con il tuo cervello.

 

Come convivere con l’effetto Zeigarnik?

Il tuo cervello (e anche il mio, quello di tuttə) funziona così.

Nel momento in cui porti a termine un’azione (per es. consegni una relazione importante al lavoro, concludi la telefonata al dentista per prendere un appuntamento o, appunto, porti a termine il servizio di un tavolo al ristorante), il tuo cervello fa pulizia dell’informazione. Lo fa per tutelarsi: lascia infatti spazio libero per le nuove informazioni in entrata.

Ma quando un’azione non è conclusa (quella che solitamente si definisce un “cerchio aperto”), il cervello ripropone quell’informazione costantemente, senza che sia possibile controllarne il flusso: il classico esempio è pensare al latte che devi comprare nel momento in cui sei nel bel mezzo di una riunione importante, per poi andare al supermercato dopo l’ufficio, comprare di tutto, eccetto che il latte.

La cosa più utile da fare, onde evitare che le informazioni e le azioni incompiute interrompano costantemente il tuo flusso di lavoro e la tua produttività, è catturarle in una mente esterna (come per esempio una lista).

 

Scrivere libera la mente e ti aiuta a mantenere alta la concentrazione.

 

Attenzione! Scrivere un’attività su una lista di cose da fare non è FARE quella cosa (magari!). Ma è sicuramente il primo passo per trasferire il “cerchio aperto” dalla tua mente a un foglio di carta (o supporto digitale), analizzarlo con occhi diversi e mettere in moto quelle azioni che ti porteranno realmente alla conclusione di quel compito e alla chiusura del cerchio aperto.

 

L’organizzazione aiuta!

Se scrivere è il primo passo da fare per chiudere i tuoi cerchi aperti, ci sono diversi metodi  e accorgimenti che puoi utilizzare per creare un’efficace sistema di liste che funzioni per te.

All’interno di Palabàn, la mia palestra per allenare l’organizzazione personale, trovi un video corso pensato proprio per aiutarti a progettare le tue liste, mantenerle nel tempo e aumentare la tua organizzazione e la tua produttività, sul lavoro e non solo.

 

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Chiara
Chiara
Ciao, sono Chiara Battaglioni e lavoro a fianco delle persone che lavorano per allenare le loro capacità organizzative tramite consulenze individuali personalizzate e percorsi formativi. Contribuisco a diffondere la cultura dell’organizzazione personale sul lavoro attraverso questo blog e il podcast Work Better. Sono associata Senior Qualificata n.29 di APOI - Associazione Professional Organizers Italia e socia internazionale di AOPE, l'associazione spagnola.