Procrastinazione: più facile di quel che sembra
Anche i professional organizer procrastinano.
Prendi per esempio questo post. Il tema lo avevo scelto quasi un mese fa, scrivendo nel mio calendario editoriale “mercoledì 23 maggio, un post sulla procrastinazione”.
Da un paio di settimane, la voce “scrivi il post per il blog in programma per il 23 maggio” mi segnalava l’avvicinarsi della scadenza. Eppure ho rimandato fino all’ultimo, posticipando questo momento al giorno prima della scadenza.
Per cui se ti eri fatto l’idea che i professional organizer fossero delle macchine da guerra, sempre in anticipo sulle deadline, perfettamente organizzati nelle loro magliette piegate a pacchetto con il metodo konmari… Bè, la realtà è che no!
La guerra dei mondi (dentro la tua testa)
Immagina due schieramenti rivali nel tuo cervello: da un lato, c’è il sistema limbico, creato milioni e milioni di anni fa, puro istinto ed emozione; dall’altro la corteccia prefrontale, che si è sviluppata in tempi relativamente più recenti, e rappresenta la parte logica, razionale, “bacchettona” del cervello.
Il sistema limbico segue le emozioni e gli istinti (“dai, ancora una puntatina de “La casa de papel“…)
La corteccia prefrontale è quella che ti striglia e ti ordina di andare a scrivere quel maledetto post.
Ma ricorda questo: il sistema limbico è lì da molto più tempo della corteccia prefrontale. Chi glielo fa fare di cedere il passo a compiti noiosi, difficili e antipatici quando potrebbe suggerirti di uscire e andare a bere una birretta con gli amici?!
Inutile combattere. Il sistema limbico è e sarà sempre più forte della tua corteccia prefrontale. Per cui non ti resta altro che accettare la procrastinazione e fartela amica.
Se non puoi intervenire su di te, intervieni sul compito che hai davanti
Nel suo libro “The productivity project”, Chris Bailey, esperto di produttività, individua 6 attributi caratteristici dei compiti che tendiamo a procrastinare maggiormente:
- sono noiosi
- sono frustranti (in psicologia, la frustrazione è il mancato soddisfacimento dei tuoi desideri)
- sono difficili o complicati
- somo ambigui, non sai bene come affrontarli
- non riesci a stabilirne un valore/significato
- non prevedono una ricompensa (nè tantomeno sono divertenti)
The more of these attributes a task has, and the more intense these attributes are, the less attractive a task will be to you, and the more likely you’ll procrastinate on it.
Chris Bailey
Nel mio caso, scrivere un nuovo post per il blog non rappresenta il massimo del divertimento (non amo scrivere anche se mi interessa il tema che sto trattando) e, seppur riconosca il valore di essere costante nella mia pubblicazione del mercoledì, non ci sarà nessuno stasera a darmi una pacca sulla spalla per aver portato a termine il compito.
Ecco perchè, se ti piace leggere i miei post il mercoledì, fammelo sapere nei commenti! Sarà una bella spinta anti-“rimandite” 😉
Come fare quindi per affrontare la procrastinazione? Basta invertire gli attributi che rendono il compito a rischio “on no! rimandiamo” e girarli a tuo favore. Ecco come fare.
Se il compito è noioso, rendilo divertente.
Io per esempio sto scrivendo questo post nella sala studio della facoltà di veterinaria insieme alla mia amica Giulia che si sta preparando per un esame. E poi così mi camuffo tra i “ggiovani”.
Se il compito è frustrante, alternalo a momenti di pura gioia.
Nel mio caso, pausa con gelato al bar della facoltà.
Se il compito è difficile, affrontalo con le giuste informazioni e il massimo dell’energia.
Prima di iniziare a scrivere ho fatto un po’ di ricerca online e soprattutto ho riletto il capitolo del libro dal quale è nata l’idea di questo articolo.
Se il compito non ha struttura, crea un piano di attacco.
Affronta un compito difficile a piccoli passi: per esempio, scrivi una scaletta che ti guidi nella stesura del tuo articolo. Questo vale anche per compiti più complessi: una lista dei passi da fare ti aiuterà a non perdere di vista l’obiettivo e ad andare avanti per la tua strada.
Se non vedi un significato adesso, sforzati e prova a pensare al futuro.
Sì, è vero, non amavo e non amo tuttora scrivere. Ma in questi due anni di blogging, un po’ di persone mi hanno scritto per ringraziarmi di aver trovato informazioni utili nel mio blog o hanno condiviso un articolo per loro interessante. E allora sì, che vale davvero la pena sforzarsi!
Se non è previsto un premio alla fine del compito, fattelo da te.
Quando lavori da solo, non sempre tutti i tuoi sforzi vengono riconosciuti, ma è importante premiarsi di tanto in tanto per trovare la giusta carica. E ora che ho finito di scrivere (in anticipo rispetto alla tabella di marcia) vado a prendermi un bella tazza di tè… che tanto qui l’estate tarda ad arrivare!
E tu? Come affronterai adesso la procrastinazione?