Il momento presente: cosa insegna Getting Things Done®

Ci sono i momenti dei bilanci, quando si guarda al passato.

E poi arrivano i giorni dei buoni propositi e (meglio) degli obiettivi, in cui si guarda al futuro.

Ma in questo posto ho scelto di concentrarmi sul presente.

Sul qui e ora. Su chi sono, cosa faccio, come lo faccio, che cosa mi piace del mio presente e cosa no.

Non ti racconto la mia storia, ma ti dico come ho deciso di fare queste riflessioni, o meglio, a quale modello ho scelto di ispirarmi per mettere in chiaro come mi muovo nel lavoro e nella vita quotidiana.

Un’ispirazione dal famoso metodo di David Allen

Ho letto diverse volte il libro Getting Things Done (tradotto in italiano nel ben poco entusiasmante “Detto, fatto!“) di David Allen. Per noi professional organizer é un pò come la Divina Commedia al corso di letteratura italiana.

E ogni volta che l’ho letto, ho imparato cose nuove e dato una diversa prospettiva ad elementi che pensavo di aver già fatto miei. É un libro che consiglio e a cui mi ispiro negli interventi con i miei clienti, ma non parlerò qui del metodo GTD®.

Lo cito per un modello di interpretazione della realtà che l’autore propone.

Lo scopo dello strumento è avere una visione chiara del proprio mondo, di quello che facciamo e delle ragioni che ci spingono a farlo.

É il modello dei 6 orizzonti di focalizzazione.

Allen sostiene che

Le priorità dovrebbero guidare le vostre scelte, ma la maggior parte dei metodi usati per determinarle non sono affidabili nel campo delle nostre attività reali. Per conoscere le vostre priorità dovete prima di tutto conoscere il vostro lavoro, e ci sono almeno sei angolazioni da cui potete definirlo; usando un’analogia aerospaziale, possiamo dire che è un problema di quota.

David Allen

Partiamo dal livello più in basso.

Pista di decollo – le attività in corso

A questo livello troviamo le azioni quotidiane, dalla telefonata da fare alla mail da scrivere. Urgenti o meno, semplici o complesse che siano, in questo orizzonte troviamo tutte quelle attività che sono da portare a termine. Basterebbe solo questo livello per tenerci occupatə a lungo!

3.000 metri – i progetti in corso

Qui troviamo tutti i progetti, obiettivi a breve-medio termine, che richiamano la nostra attenzione: essi sono la fonte da cui nascono le attività della pista di decollo. Possono essere progetti lavorativi ma anche personali, come per esempio organizzare la riunione sul budget aziendale ma anche riordinare le foto delle ultime vacanze.

6.000 metri – le aree di responsabilità

Se saliamo ancora un pò ci rendiamo conto che i nostri progetti derivano dai ruoli che assumiamo quotidianamente: siamo professionistə, ma anche parte di una famiglia (compagnə, genitori, figliə). Nel lavoro, se freelance, siamo responsabili della nostra comunicazione ma anche dell’aspetto amministrativo. Siamo sportivə, siamo membrə di un’associazione, siamo amicə, siamo colleghə, ecc.
Ogni area di responsabilità richiama la nostra attenzione su specifici elementi, da ognuno dei quali può nascere un progetto diverso.

9.000 metri – gli obiettivi a uno o due anni

Dove sarò tra uno o due anni? Come immagino che si evolverà il mio business? Che traguardi intendo raggiungere? Queste sono le domande che caratterizzano questo orizzonte e che danno la direzione ai nostri progetti e alle nostre attività.

12.000 metri – l’orizzonte a tre/cinque anni

Se guardo ancora più lontano, dove mi vedo? Che obiettivi intendo raggiungere? Le riflessioni a questo livello influiscono a cascata su tutti i livelli sottostanti poiché definiscono la strategia attraverso la quale muoversi, nel lavoro ma anche nella vita privata.

15.000 metri e oltre – la visione

Qui risiede il perché: perché faccio questo lavoro? Quale è lo scopo della mia vita? Quali sono le mie massime aspirazioni? Al livello più alto c’è il motore che muove tutto il resto: le decisioni prese qui, più o meno coscienti, influiscono su tutti i livelli sottostanti.

Trovo che questo modello di interpretazione della realtà sia estremamente efficace per avere un quadro abbastanza preciso del proprio presente. E credo anche che favorisca la capacità di mettere a fuoco su quali livelli possiamo ottenere maggiori risultati, su quali é bene focalizzarci per stare bene ed essere soddisfattə della nostra vita.

Credo anche che permetta di vedere con più chiarezza quali rami secchi tagliare, eliminando il superfluo e tutto quello che non é o non é più importante per noi.

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Chiara Battaglioni
Chiara Battaglioni
Ciao, sono Chiara Battaglioni e lavoro a fianco dei freelance per allenare le loro capacità organizzative tramite consulenze individuali personalizzate e percorsi formativi. Contribuisco a diffondere la cultura dell’organizzazione personale sul lavoro, attraverso il podcast Work Better e il lavoro che svolgo per APOI, l’Associazione dei Professional Organizers italiani, di cui sono associata Senior e membro del consiglio direttivo.